Paure e fobie dei vostri amici pelosi

Sapevi che anche i nostri amici pelosi hanno paure e fobie? Scopri come distinguerne i segnali e come vivere un pet con trama.

Paure e fobie dei vostri amici pelosi

Una mattina d’estate, la famiglia Nielson partì per un’escursione in compagnia del suo vivace cocker spaniel Milo. Non era insolito per Milo correre fino a quanto permesso dalla lunghezza del suo guinzaglio, fiutare ogni cespuglio lungo il sentiero e stanare qualsiasi bastoncino di legno nascosto che potesse trovare. Ma, quel giorno, le avventure di Milo si conclusero con un incidente:una spiga infilata nel suo canale auricolare. Non appena la famiglia si rese conto che il cane stava soffrendo, lo portò immediatamente dal veterinario, il quale estrasse il doloroso stelo d’erba e prescrisse una cura a base di antibiotici. Ma la famiglia non aveva immaginato che, in seguito a tale disavventura, la personalità di Milo sarebbe cambiata quasi immediatamente. Si attaccò morbosamente alla sig.ra Nielson, rifiutandosi di uscire per le passeggiate o di lasciarsi mettere il guinzaglio. Era evidente che soffriva di una sorta di trauma emotivo dovuto all’incidente. La famiglia Nielson cercò allora di pensare come aiutare il suo compagno peloso a superare il trauma.

I TRAUMI EMOTIVI DI CANI E GATTI

Come gli essere umani, i nostri animali domestici possono sviluppare paure e disturbi ansiosi. Talvolta, questi disturbi emotivi sono il risultato di un’esperienza spiacevole vissuta in precedenza dall’animale. Queste situazioni possono essere molto varie: abusi, abbandono, temporali o uragani, incidenti stradali e fuochi d’artificio. Può trattarsi anche di eventi che l’animale ha percepito come sgradevoli: ad esempio, il taglio delle unghie, il bagno o, come accaduto a Milo, una ferita subita durante una passeggiata.

Tuttavia, non serve sempre un’esperienza spiacevole per sviluppare una paura. Se un cane o un gatto non è esposto a determinati stimoli durante il delicato periodo dello sviluppo (fino a 3 mesi per i cani e 2 mesi per i gatti), come persone, luoghi, immagini o suoni, questi possono diventare fonti di paura. Ad esempio, se un cane o un gatto hanno incontrato solo adulti durante il periodo iniziale di sviluppo, il loro primo incontro con dei bambini potrebbe impaurirli parecchio.

L’ansia da separazione rappresenta un altro forte trauma emotivo per molti animali domestici. Anche la genetica contribuisce a definire i livelli di paura, le fobie e le reazioni agli stimoli.

I SEGNALI DI PAURA NEI GATTI

Esistono segnali specifici di paura o stress nel gatto. Alcuni felini si nascondono o cercano di farsi piccoli piccoli, ripiegando le orecchie all’indietro e restando immobili. Altri diventano agitati e persino aggressivi. Quando un gatto diventa aggressivo, le sue pupille si dilatano, la schiena è arcuata, il pelo si rizza, la coda oscilla da una parte all’altra e l’animale emette soffi di ostilità.

I SEGNALI DI PAURA NEI CANI

I cani esprimono la paura in molti modi. Possono camminare avanti e indietro, guaire, abbaiare o tremare visibilmente. Possono indietreggiare o nascondersi, come il nostro amico Milo, e astenersi da attività un tempo normali. Alcuni cani possono apparire aggressivi, sebbene questo sia solitamente un comportamento noto come “reattività alla paura,” nel quale l’animale si mostra aggressivo, mentre in realtà è davvero spaventato.

IL TRATTAMENTO DEI TRAUMI EMOTIVI DEGLI ANIMALI DOMESTICI

Contrariamente agli esseri umani che subiscono traumi psichici, gli animali domestici non possono parlare delle loro sensazioni. Gli esperti che cercano di aiutare un cane o un gatto spaventato si focalizzano generalmente sul cosiddetto processo di “desensibilizzazione e contro-condizionamento”. La desensibilizzazione consiste nell’esporre l’animale allo stimolo portatore di paura, ma in un ambiente sicuro e non minaccioso. Questa esposizione aumenta progressivamente e, attraverso tale processo, l’animale apprende che l’evento non è seguito da una conseguenza spiacevole. In tal modo, viene “desensibilizzato” allo stimolo.

Prendiamo l’esempio di Milo. Dopo l’incidente, scappava e si nascondeva ogni volta che i suoi padroni prendevano in mano il guinzaglio. Alla fine, i Nielson sono riusciti a mettergli il guinzaglio ma, anziché portarlo fuori per una passeggiata, la prima volta lo hanno semplicemente lasciato circolare per casa, trascinandosi dietro il guinzaglio. Lo hanno fatto diverse volte, finché Milo ha permesso loro di aprire la porta di casa e accedere al portico. Hanno ripetuto molte volte questo piccolo passo e, alla fine, hanno prolungato la passeggiata fino in fondo al vialetto d’ingresso. Progressivamente e con il passare del tempo, Milo è riuscito a passeggiare senza paura lungo la via. Milo sta lentamente reimparando ad apprezzare le passeggiate.

Esistono in commercio numerosi prodotti che possono contribuire a calmare un animale domestico ansioso o emotivo. Ad esempio, la pettorina anti-ansia (Thundershirt) esercita sul corpo dell’animale una lieve compressione, ritenuta avere un effetto calmante. Altri articoli, come i puzzle per tenerli occupati, i rimedi fitoterapici e la musica, possono essere efficaci su alcuni animali.

Talvolta, la paura di un animale può essere così intensa da dovere ricorrere a una terapia farmacologica per poter iniziare il riapprendimento. In questi casi, il veterinario può prescrivere farmaci antidepressivi da associare alla terapia comportamentale per ridurre la paura e migliorarne la qualità di vita. (Parlare sempre con il veterinario prima di somministrare qualsiasi farmaco al proprio animale domestico)

In molti casi, i trattamenti sopra decritti possono essere efficaci. Ma, per alcuni animali, i traumi psicologici e fisiologici sono talmente profondi da indurre solo una riposta parziale al trattamento. In ogni caso, è importante comprendere come adattarsi ad un compagno emotivamente sensibile.

Un animale traumatizzato ha maggiori probabilità di subire un nuovo trauma se viene in contatto con i principali fattori di stress. È opportuno conoscere questi fattori scatenanti per prevenire gli episodi di reazione emotiva. Ciò non significa essere iper-protettivi ma, laddove possibile, anticipare le prevedibili situazioni di stress e cercare di evitarle.

Nel prendersi cura di un animale traumatizzato, esiste il preconcetto secondo il quale sia sufficiente inondarlo d’amore affinché superi le sue paure. Questo, insieme al fatto di gratificare l’animale in situazioni stressanti, rafforza invece il comportamento dettato dalla paura. Alcuni cani imparano ad anticipare una situazione stressante quando si sentono dire “bravo il mio cagnolino”, perché hanno imparato ad associare queste parole a qualcosa di stressante, come andare dal veterinario.

Quando si ha a che fare con animali domestici traumatizzati, gli esperti consigliano di evitare qualsiasi tecnica che possa spaventarli. Ad esempio, scuotimento di lattine, flaconi spray o qualunque cosa che turbi l’animale. Ciò può risultare emotivamente dannoso e rendere l’animale più aggressivo.

È molto importante ricordare che c’è speranza per il vostro amico peloso. Mantenendo un atteggiamento calmo, rilassato e allegro, farete molto per aiutarlo, Sappiate inoltre che non siete soli nel gestire un animale domestico emotivamente traumatizzato e che potete rivolgervi con fiducia al vostro veterinario per ottenere consigli.

Per quanto riguarda Milo, non è ancora riuscito a tornare sul sentiero dell’escursione, ma abbiamo saputo che ha ritrovato un comportamento più normale e che è di nuovo eccitato all’idea di uscire a fare una passeggiata.

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