Le malattie cutanee del cane

Le patologie cutanee rappresentano un problema vasto e complesso da affrontare. In quest’articolo andremo ad approfondire le più comuni.

La cute, insieme ai suoi annessi, rappresenta l’organo che ricopre e protegge cane e gatto dall’ambiente circostante. La cute, più sottile nel gatto rispetto al cane, può essere suddivisa in due strati: l’epidermide (più esterno) e il derma (più profondo). Quest’ultimo è un tessuto di sostegno costituito da diversi tipi di cellule, fibre, vasi sanguigni e linfatici e terminazioni nervose, le quali consentono all’animale di percepire le diverse sensazioni, come pressione, dolore o prurito. Gli annessi cutanei sono costituiti dai follicoli piliferi (deputati alla produzione e al sostegno del pelo), dalle ghiandole sebacee e sudoripare e dalle unghie. 

La cute, in poche parole, rappresenta una barriera che protegge l’animale dal mondo esterno e dall’attacco di batteri, parassiti o altri microrganismi. Se l’animale si gratta, ha prurito, cute arrossata e/o perdita di pelo, significa che c’è qualcosa che non va. Le cause possono essere molteplici: allergie alimentari, disturbi ormonali, stress, parassiti o reazioni allergiche all’ambiente circostante. È importante, quindi, che il pet owner non sottovaluti questi sintomi. 

Siccome le patologie cutanee rappresentano un problema vasto e complesso da affrontare, in quest’articolo andremo ad approfondire le più comuni: la dermatite atopica, la rogna sarcoptica, la rogna demodettica e le micosi cutanee. 

LA DERMATITE ATOPICA 

La dermatite atopica è una malattia allergica cronica, molto frequente nel cane e legata a una predisposizione dell’animale a sviluppare forti reazioni allergiche nei confronti di allergeni ambientali. Gli allergeni ambientali più frequenti sono: 

  • acari della polvere di casa (Dermatophagoides farinae e Dermatophagoides pteronyssinus); 
  • pollini di piante erbacee infestanti (ortica, ambrosia, artemisia e via dicendo), alberi (cipresso, olivo, nocciolo, betulla, quercia e altri) e alcune graminacee (per esempio, loietto). 

A seconda dell’allergene, la dermatite atopica può essere stagionale, come nel caso dei pollini, o durare tutto l’anno, se provocata dagli acari della polvere. Date le piccolissime dimensioni, gli allergeni riescono a penetrare nell’organismo dell’animale sia per via inalatoria, sia attraverso la cute.

COME SI MANIFESTA?

Il sintomo principale è il prurito: il proprietario spesso si lamenta che il cane si gratta con insistenza. A volte il prurito è talmente intenso che le aree del corpo pruriginose presentano cute arrossata e perdita di pelo (alopecia) o addirittura la comparsa di lesioni a seguito del continuo mordicchiamento. Le aree del corpo più colpite sono muso, padiglioni auricolari, regioni ascellari ed inguinali e parti distali dei quattro arti. 

COME SI CURA?

L’obiettivo è naturalmente quello di identificare -ed eliminare- l’allergene ambientale (o gli allergeni) responsabile della dermatopatia nel cane. È importante che il proprietario comprenda fin da subito che la dermatite atopica è una malattia per la quale non si può mai parlare di guarigione, ma soltanto di gestione clinica. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, difficilmente si risale al “colpevole” del prurito: per questo motivo si ricorre alla terapia sintomatica (con farmaci che attenuano il prurito) o l’immunoterapia. 

LA ROGNA SARCOPTICA 

La rogna sarcoptica, anche conosciuta con il termine scabbia, è una dermatite causata dall’acaro Sarcoptes scabiei. Oltre a colpire il cane (è rara nel gatto), la scabbia può essere trasmessa anche all’uomo, pertanto si parla di zoonosi. 

La principale via di contagio è quella diretta, attraverso il contatto tra animale parassitato e animale sano, senza tuttavia trascurare anche quella indiretta, che avviene se si utilizzano oggetti contaminati come coperte e trasportini oppure quelli di uso comune per la toelettatura, come le spazzole.

COME SI MANIFESTA?

L’animale ha un forte prurito e si gratta intensamente: in corrispondenza delle aree cutanee colpite (soprattutto la regione del gomito e sternale), la cute appare arrossata con presenza di papule, escoriazioni e/o croste. A volte il pelo tende a cadere e la cute a ispessirsi. 

Il prurito intenso deriva dall’azione traumatico-irritativa esercitata dalle femmine dell’acaro nello scavare gallerie nell’epidermide (dove depositeranno, poi, le uova), e dall’azione irritante e allergizzante dei componenti salivari e degli escrementi degli acari stessi. 

In generale tutti i cani corrono il rischio di contrarre la rogna sarcoptica, senza predisposizione di razza o sesso, anche se negli animali giovani l’infestazione è più frequente e grave dal punto di vista clinico.

COSA FARE? 

Innanzitutto occorre consultare il Medico Veterinario di fiducia, l’unica figura professionale in grado di diagnosticare con certezza questa malattia sul cane. La rogna sarcoptica può manifestarsi con quadri clinici in parte o del tutto sovrapponibili con altre malattie cutanee, per cui è importante differenziarla dalle altre al fine di trovare la terapia adatta.

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La rogna sarcoptica è una malattia curabile: data l’elevata contagiosità, il protocollo terapeutico dovrà essere esteso. Importante precisare che anche agli altri cani conviventi o gli animali che, comunque sia, sono venuti a contatto con il soggetto malato nelle precedenti 3-4 settimane.

LA ROGNA DEMODETTICA

La rogna demodettica, conosciuta anche come demodicosi, è una malattia parassitaria cutanea di frequente riscontro nel cane (più rara nel gatto), causata dalla sovracrescita di un acaro del genere Demodex. Alcune razze sembrano essere più predisposte a manifestare la demodicosi; tra queste possiamo annoverare il Boxer, il Pit Bull Terrier, il Bassotto, il Pastore Tedesco, Beagle e Cocker Spaniel. 

Importante sapere che la demodicosi non è contagiosa e la trasmissione avviene per contatto diretto dalla madre ai figli nei primi giorni di vita. Nei cuccioli gli acari si localizzano soprattutto sul muso, labbro superiore, naso e orecchie, confermando l’importanza del contatto con la madre durante l’allattamento. 

Sebbene la malattia possa colpire gli animali di tutte le età, la trasmissione degli acari da un soggetto infestato a un soggetto sano è estremamente rara ed è segnalata soltanto in animali con deficit immunitari o con patologie debilitanti sottostanti. Va subito sottolineato come la trasmissione del contagio non significa insorgenza della malattia: la demodicosi potrebbe essere asintomatica, trasformando l’animale in un portatore sano, oppure manifestarsi a causa di un abbassamento delle difese immunitarie. Contrariamente agli altri acari del genere Demodex, D. gatoi è considerato molto contagioso in quanto si trasmette facilmente da gatto a gatto. 

COME SI MANIFESTA? 

La demodicosi si può manifestare sotto due forme: localizzata e generalizzata. La prima, più frequente e che in genere colpisce i cani di età inferiore a un anno, è caratterizzata da un numero limitato di lesioni, prevalentemente sul muso o sugli arti anteriori. Le lesioni sono piccole aree prive di pelo, talvolta con ispessimento della cute e il prurito è praticamente assente. La demodicosi generalizzata, invece, può manifestarsi in cani di tutte le età, con lesioni che, dapprima insorte a livello di testa e arti, tendono a diffondersi al resto del corpo. Le lesioni possono essere caratterizzate da alopecia (perdita di pelo), eritema, desquamazione e iperpigmentazione della cute, comparsa di papule e pustole. 

Un’infezione batterica di queste lesioni è una costante e con essa l’insorgenza del prurito, talvolta molto intenso, che inducono il cane a infliggersi lesioni da grattamento, anche particolarmente gravi. 

La forma generalizzata si osserva soprattutto in soggetti con patologie sottostanti e un sistema immunitario compromesso. Nei gatti, per esempio, la demodicosi è associata a malattie sistemiche concomitanti come diabete, FeLV o Fiv e toxoplasmosi. 

In caso di mancato trattamento o insuccesso della terapia, le condizioni dell’animale possono aggravarsi rapidamente e l’esito può essere fatale.

COME SI CURA?

In genere le forme localizzate sono autolimitanti: regrediscono spontaneamente senza necessità di terapia. In ogni caso, è buona regola sottoporre il cane a controlli ripetuti dal medico veterinario per valutare un’eventuale evoluzione della malattia. Al contrario, il trattamento delle forme generalizzate è estremamente lungo e complesso. Il protocollo terapeutico su indicazione del medico veterinario è fondamentale per le forme generalizzate e varia in base al tipo di rogna demodettica diagnosticata. 

Purtroppo, la guarigione non è facilmente ottenibile, quindi è bene che il proprietario comprenda fin da subito che i trattamenti devono essere mantenuti per tempi lunghi e le recidive sono dietro l’angolo. La rogna demodettica non è una zoonosi.


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